IL SACRO FARDELLO
Da anni ormai non mi faccio più un problema della mania che ho di portarmi tutto in vacanza. Prima mi sentivo inadeguata, piccolo borghese e anche un po’ deficiente: ma come, partire vuol dire lasciarsi tutto alle spalle, dimenticare gli affanni quotidiani, cambiare vita… e io lì incapace di staccarmi dalle solite cose.
Adesso, invece, non mi faccio più nessun problema… Vantaggi della maturità, ci si comincia ad accettare così come si è.
Quindi, quando insieme all’estate arriva il tanto agognato cambio di vita mi porto dietro, senza più freni inibitori, ovunque andiamo, tutte le mie nevrosi. Proprio tutte.
L’insonnia, l’ansia, l’ipocondria… vuoi lasciarle a casa? E poi come fai a trovarti a tuo agio in un posto lontano e sconosciuto?
Vuoi mettere, stare sveglia a rigirarti nel letto alle tre di notte a Berlino? O verificare dieci volte di aver preso il telefono e gli occhiali in Provenza? E passare una giornata al pronto soccorso per una macchia sulla pelle in Turchia? Eh, beh, son soddisfazioni.
La valigia è il luogo sacro dove si accumulano i sacri simboli delle nevrosi. Pillole di melatonina, di valeriana, fiori di Bach. Guide, promemoria, liste, post it. Boccette, blister, unguenti, garze, cerotti. Di solito non servono a un tubo, anche perché potrebbero essere comprati in loco, invece di essere trascinati attraverso i continenti, ma sono lì a ricordarci chi siamo, di cosa è fatta la materia delle nostre preoccupazioni. Sono preziosissimi, immancabili. E più cerchiamo di dimenticarli, strapparli dalla nostra vita, più il loro bisogno viene fuori minaccioso, magari mentre siamo in un luogo lontano e sconosciuto.
-Oddio… non ho preso l’agenda dove ho scritto gli impegni di settembre!!!
-Ma siamo a luglio, in mezzo al mar Rosso… non ci pensare!
-Non pensarci? Ci starò sveglia tutta la notte! E non ho nemmeno preso il “calmosonn”!!! Aiuto, come faccio???!!!
Ecco, per evitare drammi simili ormai da tempo non ci provo nemmeno, a mettermi contro i demoni delle nevrosi. Io li compiaccio, invece, li venero. E quindi anche quest’anno, come forma di sacrificio in loro nome, riempirò metà della mia valigia di sacri oggetti inutili.